sabato 6 novembre 2010

Scorsere romanza il proibizionismo grande ipocrisia del 900



Martin Scorsese, grandissimo regista i cui capolavori rimangono nell'albo dei film piu belli del 900, è al lavoro per completare un film sul proibizionismo americano risalente agli inizi del secolo scorso.
Per quasi 15 anni, agli inizi del 900, il proibizionismo bandì la fabbricazione e il consumo di alcool in America.
L'alcool era visto come un fattore deviante, una sostanza che traviava le persone, anche quelle per bene, rendendole inconsapevolmente pericolose per sè e per la società.
Riconoscete il tipo di ipocrisia? no? allora aspettate di leggere le conseguenze che ha avuto il proibizionismo per completare il quadro.
Quale fu il risultato della politica proibizionista? l'alcool veniva consumato illegalmente. Come è facilmente immaginabile non era possibile stroncare totalmente un vizio con un banale divieto.
Buona parte dei consumatori si recavano in locali illegali per poter bere. Conseguenze? Persone per bene, la cui unica colpa era il desiderio di bere vino, birra o similari, entravano nella schiera dei fuorilegge a tutti gli effetti ed erano costretti a pagare un prezzo esorbitante per ogni consumazione. Infatti il valore commerciale di un qualsiasi prodotto o servizio si ingigantisce nel momento in cui questo viene bandito dalla legalità. Inoltre le somme ingenti di denaro, frutto del mercato illegale dell'alcool, entravano esclusivamente nelle tasche della malavita organizzata. Negli Usa la mafia ha pagato ingenti mazzette per anni ai politici per far sì che il proibizionismo restasse in vigore così da poter controllare un giro d'affari enorme per un mercato, quello del vizio, che non sarebbe mai calato.


Ora riconoscete l'ipocrisia che oggi applichiamo per altri prodotti o servizi?
Al giorno d'oggi ridiamo al pensiero che saremmo dei fuorilegge nel momento in cui consumassimo una birra, o che saremmo condannati nel caso di abuso di alcool invece di essere ricoverati in un ospedale.
Tutti noi, persino i più virtuosi, cedono a un bicchiere di vino al pasto, o a un whisky in compagnia la sera e reputiamo obsoleta e eccessivamente censoria una politica che non che lo permettesse.
Probabilmente è lo stesso pensiero che avranno i nostri figli o nipoti su certi approccii proibizionisti che vigono nella nostra società attuale.
Analizziamo come funziona oggi il mercato dei vizi (perchè sono sempre i vizi ad essere proibiti):
droga e prostituzione oggi sono illegali, con che risultato? nessuno consuma rapporti sessuali a pagamento? nessuna donna si prostituisce? nessuno assume sostanze stupefacenti? nessuno le produce e le spaccia?
Assolutamente no. Il traffico di beni e servizi illegali è enorme e ben più grande di quello che ci si aspetti. Le associazioni malavitose prosperano sfruttando questo mercato da miliardi di euro l'anno.


Faccio una piccola ipotesi, una assurda, senza alcun fondamento nè logica nella società in cui viviamo oggi. Uno scenario utopico in cui mi guardo bene dal volermici ritrovare ( XD ).
Mettiamo il caso, ricordo per assurdo, in cui le droghe e la prostituzione venissero legalizzate.
Prima che qualcuno gridi allo scandalo e annunci la fine della civiltà e della moralità, analizziamone le possibili conseguenze:
Se per caso stupefacenti e prostituzione fossero disponibili in appositi luoghi controllati? se fossero sottoposti ad un bollo statale come per le sigarette?
Se così fosse, ogni consumatore usufruirebbe di un "controllo qualità" (vogliamo elencare tutti i morti per sostanze chimiche mischiate alle droghe o le persone che contraggono malattie veneree causate da rapporti con prostitute malate?), di un'assistenza medica adeguata senza il timore di venir schedati e non sarebbero più costretti a rivolgersi a malavitosi per ottenere la loro dose di vizio. Inoltre lo stato incasserebbe miliardi di euro strappandoli di mano alle mafie internazionali.
Spesso i mass media producono dossier sullo sfruttamento della prostituzione e sottopongono l’opinione pubblica allo strazio della conoscenza del dolore che la malavita infligge alle donne o ragazzine costrette a lasciare il proprio paese e a vendersi pericolosamente. Perchè allora non si analizza il caso in cui ogni donna che professasse questo mestiere lo facesse volontariamente?
E infine analizziamo il punto sanitario sul quale marciano convinti i moralisti. L’alcool che è una sostanza stupefacente legale, ha effetti molto dannosi sul nostro organismo se ne si abusa e ottenebra la mente al punto di rendere un individuo pericoloso come nel caso della guida in stato di ebbrezza. Lo stesso discorso non può essere applicato alle cosiddette droghe leggere che anzi riducono l’aggressività e l’eccitazione tanto da diminuire sensibilmente il rischio di provocare danni. Vogliamo analizzare la dipendenza creata dalle droghe? molte droghe, soprattuto quelle considerate pesanti, provocano elevata dipendenza con conseguente crisi d’astinenza in caso di interruzione delle somministrazioni. Lo stesso discorso tuttavia è valido tanto per l’alcolismo quanto il tabagismo.

Lo scopo di questo post è di pure riflessione filologica su un tema delicato ed è molto lontano dall'istigazione all'uso o lo spaccio di sostanze stupefacenti.

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